Nelle vicende della sanità romana oltre alla pandemia, esistono anche questioni più modeste, come ad esempio, la perdita del posto di lavoro di  operatori del Cup della Asl Rm 2. Questa la storia: a seguito della gara di appalto,  per la gestione delle prenotazioni sanitarie del Poliambulatorio di via Bresadola, nel gennaio 2019, alla società NTA srl, subentrava la società SDS srl. A molti lavoratori non fu rinnovato il contratto, perché chiedevano notizie sulla proposta contrattuale che decurtava la loro retribuzione a parità di lavoro.

 Dopo tante sollecitazioni e comunicati ai responsabili  della Asl e della Regione Lazio nel corso di questi due anni alcuni ex-operatori sono tornati a lavorare, nuovi lavoratori che non avevano avuto rapporti con la Asl sono stati assunti,  ma 5 lavoratori (3 donne e 2 uomini) malgrado avessero offerto la loro disponibilità, non sono stati reintegrati dalla società che gestisce l’appalto. Persone con esperienza di lavoro che va dai 10 ai 20 anni, che hanno svolto con passione e professionalità il  servizio al presidio sanitario, e soprattutto persone con famiglia che non hanno più nessun ammortizzatore sociale, e speravano in un confronto per trovare una soluzione.

Domandano coloro che sono rimasti senza lavoro da due anni, con quali criteri sono stati fatti i reintegri, e a  chi si debbono rivolgere questi ex-operatori per tornare al lavoro? Forse un attenzione particolare, da parte della Regione Lazio, Assessorato Sanità e della Asl Rm 2, sul rispetto e l’applicazione dei bandi di gara, avrebbe evitato questa incomprensibile  discriminazione. Con un minimo di volontà politica si può restituire serenità a cinque famiglie in grande difficoltà.