Articolo già pubblicato sulle pagine dell’Osservatore Romano a firma di Rosario Capomasi

Un dossier in cui si analizzano, con statistiche e riflessioni, «le tendenze più aggiornate in tema di mobilità umana a livello mondiale ed europeo» che «introducono al contesto italiano, nei diversi ambiti di vita relativi ai cittadini stranieri accanto a quelli italiani: il lavoro, la famiglia, la scuola, la salute, la devianza, l’appartenenza religiosa». È questo in sostanza il 28° Rapporto sull’immigrazione 2018-2019, dal titolo «Non si tratta solo di migranti», presentato venerdì 27 settembre a Roma da Caritas Italiana e Fondazione Migrantes in vista della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che si celebra domenica 29.

In base agli ultimi dati Onu disponibili, si legge nel documento, sono 257,7 milioni le persone che nel mondo vivono in un Paese diverso da quello di origine, con un aumento del 49 per cento di coloro che, dal 2000 al 2017, hanno lasciato la terra natale: attualmente i migranti rappresentano il 3,4% dell’intera popolazione mondiale, rispetto al 2,9% del 1990. Per quanto riguarda più da vicino la situazione italiana, prosegue il rapporto, sono 5.255.503 gli immigrati regolarmente residenti nel nostro Paese secondo dati Istat, l’8,7% della popolazione totale residente, al terzo posto nell’Unione europea. Diminuiti gli ingressi per motivi di lavoro, si è registrato invece l’aumento di quelli per motivi di asilo e protezione umanitaria. Al 1° gennaio 2019 le comunità straniere più numerose sono quella romena (1.206.938 persone), pari al 23% degli immigrati), seguita da quella albanese (441.027, 8,4%) e marocchina (422.980, 8%). La popolazione immigrata nel territorio italiano, inoltre, risiede prevalentemente nelle regioni più sviluppate del nord (57,5%) e in quelle del centro (25,4%), mentre nel Mezzogiorno (12,2%) e nelle isole (4,9%) appare decisamente più contenuta, sebbene in crescita.

Le cifre 2018 sulle acquisizioni di cittadinanza, 112.523 e riguardanti stranieri residenti, indicano una flessione rispetto all’anno precedente (-23,2%) mentre al 1° gennaio 2019 i cittadini stranieri musulmani residenti in Italia risultano un milione e 580 mila (+2% rispetto al 2018). Nonostante un piccolo calo (2 milioni e 815 mila, -4% rispetto al 2018), i migranti cristiani nel territorio italiano sono ancora la prima appartenenza religiosa tra i migranti residenti in Italia rispetto a ortodossi (un milione e 560 mila), cattolici (977.000), evangelici (183.000), copti (16.000) e fedeli di altre confessioni cristiane (80.000). 

Ricca la casistica presentata anche su famiglia, scuola e lavoro. Nel corso del 2017 sono stati celebrati 27.744 matrimoni con almeno uno dei coniugi straniero (+14,5% del totale delle unioni), in aumento rispetto al 2016 (+8,3%): nel 55,7% dei casi si tratta di matrimoni di uomini italiani con immigrate. Sono 65.444 invece i bambini nati nel 2018 da genitori entrambi stranieri (14,9% del totale delle nascite), in calo rispetto al 2017 (-3,7%). I dati relativi all’istruzione rivelano un aumento degli alunni stranieri nelle scuole italiane (841.719, il 9,7% della popolazione scolastica totale) rispetto all’anno scolastico 2017-2018, sottolineando inoltre come ben il 63,1% degli alunni non avente cittadinanza italiana sia nato in Italia. L’occupazione lavorativa si attesta invece al 64,3 % per i cittadini stranieri comunitari mentre scende al 58,7% per quelli provenienti da Paesi non appartenenti all’Unione europea.

Devianza e povertà del migrante sono le altre tematiche affrontate nel rapporto. Al 31 dicembre 2018 i detenuti stranieri presenti negli istituti penitenziari italiani risultano 20.255, su un totale di 59.655 reclusi, in maggioranza marocchini, albanesi e romeni, parte anch’essi di quella povertà diffusa che cerca sollievo nei centri di ascolto Caritas: nel 2017, hanno incontrato 197.332 persone, il 57,8% delle quali con cittadinanza straniera a fronte di un restante 42,2% di italiani. A tale riguardo, è ben evidenziato, sottolinea il documento, che «l’allarme criminalità non sussiste: l’incidenza dei cittadini stranieri nelle statistiche giudiziarie si mantiene inalterata da quasi 20 anni, e, in ogni caso, il tema non può essere affrontato attraverso pericolose generalizzazioni», che portano a fake news e a discorsi d’odio. 

«I migranti sono oggi divenuti il simbolo di tutti gli scartati della società dell’indifferenza globalizzata — scrive nella prefazione del rapporto il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana — e da questo punto di vista, il perpetuarsi della distinzione fra “loro” e “noi” non ha più senso». Per questo, aggiunge, è necessario, tenendo sempre presente che il migrante è anzitutto una persona umana, respingere senza esitazioni la cultura dello scarto e del rifiuto per dare vita «a una cultura “nuova” fatta di incontro, di ricerca solidale del bene comune, di custodia dei beni della terra, di lotta condivisa alla povertà».