In questi giorni, nelle diversi parti del mondo, in particolare nelle società in cui prevale la cultura cattolica, si assiste alle celebrazioni di carnevale. Che significato ha in realtà il carnevale? È la sfilata in strade di persone mascherate? O è la baldoria sfrenata in Brasile? Consiste in ingozzarsi di dolci, salumi e bere fino ad ubriacarsi? Come le altre tradizioni religiose influenzate dalla secolarizzazione, anche il carnevale si è allontanato dal suo significato originario.

Il termine “Carnevale” deriva dalla locuzione latina “carnem levare” con significato di “privarsi della carne” e si riferiva all’ultimo banchetto che si teneva l’ultimo giorno subito prima del periodo di astinenza e digiuno di attesa della Pasqua, ossia il giorno prima di entrare nel periodo di Quaresima. Mentre nella tradizione ortodossa in questo periodo ci si allontana da tutti gli alimenti animali; in quella cattolica, a seguito in particolare delle riforme del 1965, si evita di mangiare per quaranta giorni cibi che piacciono e che in genere creano una certa dipendenza. Ad esempio gli italiani cattolici che seguono questa dieta, evitano gelati, caffè, vino e dolci. Un’altra tendenza ancora è quella di sospendere i social media ed astenersene dall’uso. Non manca anche chi mette da parte i soldi dei dolci non mangiati, caffè non bevuti per quaranta giorni per darli ai bisognosi.

Considerare la Quaresima meramente come astinenza dal mangiare la carne non permette di coglierne la dimensione spirituale. Nel senso più profondo, è abbandonare il corpo fatto di carne, i desideri e i piaceri mondani, rafforzando la dimensione spirituale e morale. Il primo giorno di Quaresima, ovvero il Mercoledì delle Ceneri, i partecipanti alla messa in chiesa ritornano a casa con la cenere cosparsa sulla loro fronte. La cenere è il segno della fragilità e mortalità del corpo uomo, rammentando la sua origine e la sua fine. “Memento homo, quia pulvis es et in pulverem reverteris”, ovvero: “Ricordati uomo, che polvere sei e polvere ritornerai”. Si tratta pertanto di un periodo di preparazione e riabilitazione spirituale per tutto l’anno. Oltre ad evitare pettegolezzi, calunnie, parole offensive, si dovrebbe fare del bene al prossimo, comportarsi in modo gentile e generoso, correre all’aiuto del bisognoso. Attraverso le preghiere e le meditazioni aggiuntive durante la giornata e le letture settimanali della Bibbia si cerca di elevarsi anche spiritualmente.

Quest’anno, mentre il 26 febbraio, con il Mercoledì delle Ceneri, i cristiani manifestano la loro intenzione di entrare nello spirito della Quaresima, il giorno subito dopo nella Notte dei Doni, Laylat al-Raghaib, che segna l’inizio dei tre mesi sacri dell’Islam, i musulmani esprimono la loro intenzione di entrare nello spirito di Rajab, Sha’ban e Ramadan e vivere un periodo molto simile a quello della Quaresima. 

Questa coincidenza potrebbe essere una bella occasione per i credenti delle due religioni per scoprire la dimensioni spirituali del dialogo e abbandonare non solo i desideri mondani e carnali ma anche i pregiudizi reciproci.