Riceviamo e volentieri pubblichiamo

 

C’eravamo lasciati con l’accordo federativo di concorrere tutti insiemi alla nascita del soggetto politico nuovo, col quale porre fine alla lunga e dolorosa diaspora post democristiana e alla ricomposizione politica dell’area cattolico democratica e cristiano sociale. Lorenzo Cesa l’altroieri, col presidente del Consiglio nazionale dell’UDC, sen Antonio De Poli, ha riunito in webinar, oltre 130 persone, i consiglieri nazionali del partito e alcuni “osservatori partecipanti”, tra i quali: Giuseppe Gargani, Mario Tassone, Gianfranco Rotondi, Antonino Giannone e il sottoscritto. Ho potuto partecipare così, dopo molti anni di confronto, talora assai critico, con molte persone a me sconosciute, ritrovando intatti interessi e valori come quelli a cui tutti ci sentiamo legati, ossia quelli della migliore tradizione popolare e democratico cristiana.

Ottima la relazione di Cesa che, partendo da un’analisi attenta dei dati economici sociali della grave crisi in cui versa l’Italia, squassata dagli effetti drammatici della pandemia, si trova nella necessità di riconfermare la scelta storica della DC: l’unità dell’Europa senza se e senza ma, distinti e distanti da ogni assurda velleità nazionalista propria dei populismi e sovranismi che agitano fantasmi senza senso. Il segretario dell’UDC ha colto l’importanza della suggestione di Saint Vincent, affermando l’opportunità di concorrere alla costruzione di un soggetto politico nuovo che, accanto alla ricomposizione democratico cristiana e popolare, possa allargarsi a componenti ambientaliste e riformiste nel segno degli orientamenti definiti da Papa Francesco con l’enciclica Laudato SI. Un passaggio sottolineato anche nell’intervento della sen. Paola Binetti, che ha ricordato il fatto nuovo della formazione dell’intergruppo ambientale parlamentare, nucleo originario foriero di ulteriori sviluppi al centro.

Quella della ricostruzione di un centro democratico, popolare, liberale e riformista è stata la cifra emersa in tutti gli oltre trenta interventi dei consiglieri nazionali. Interventi appassionati di vecchi e nuovi esponenti democratici cristiani espressione di diverse realtà territoriali e istituzionali del nostro Paese. Cesa è stato chiarissimo nella scelta della legge elettorale proporzionale con preferenze e nella volontà di superare le ultime difficoltà con quanti sono interessati a compiere un passo insieme per la ricomposizione politica della nostra area sociale e culturale. Obiettivo: riportare al voto quel 30% di renitenti che non si riconoscono più nell’attuale assetto e dare finalmente rappresentanza ai quei ceti medi produttivi, partite IVA e alle classi popolari sin qui prive di una loro espressione sul piano politico e istituzionale.

Forte è stata la consapevolezza di aprire una fase nuova nella quale riportare in campo l’unità di tutti i Liberi e Forti. Impegnativa la parola d’ordine offerta: generosità, ossia la disponibilità da parte di tutti e di ciascuno a fare un passo indietro per farne uno più avanti, col superamento delle vecchie appartenenze sin qui divisive per far nascere il soggetto politico nuovo di centro, collegato alla migliore tradizione democratico cristiana e popolare e a quella del PPE.

Decisivo l’impegno, come ci era già stato assicurato nella Federazione Popolare, di concorrere nell’organizzazione di un congresso di fondazione del soggetto politico nuovo nella prossima primavera, con l’immediata formazione di un comitato di garanzia congressuale rappresentativo di tutte le componenti disponibili per il progetto. Superamento, dunque, delle “bandierine di parte e delle piccole appartenenze”, per concorrere tutti insieme all’avvio del soggetto politico nuovo. Unanime l’approvazione della relazione del segretario e significativi gli interventi degli “osservatori partecipanti”, componenti del direttivo della Federazione Popolare DC. L’On Gianfranco Rotondi, apprezzando i contenuti e le proposte di Cesa, ha confermato il suo impegno per un partito politico nuovo, distinto e distante da una destra italiana che non corrisponde più ai caratteri di un’area politica compatibile con la nostra tradizione democratico cristiana. “ Diciamo si al congresso di fondazione, per mettere al centro la nostra bandiera con l’affermazione dei nostri valori “, ha concluso l’On Rotondi.

Mario Tassone ha evidenziato che, quella avviata dalla Federazione Popolare Dc e confermata dalla relazione di Cesa, sia probabilmente l’ultima occasione per la ricomposizione politica dei democratici cristiani. Netta è stata l’affermazione che si tratta di costruire un soggetto politico nuovo e non di un allargamento di vecchie casematte. In una situazione del Paese caratterizzato da un’afasia culturale e politico istituzionale come quella attuale dell’Italia, serve recuperare una storia antica, ha continuato Tassone, offrendo i nostri principi e valori a una società che vive la forte delusione di una destra sovranista e populista e della stessa incomprensibile mutevolezza di Forza Italia.

Giuseppe Gargani, presidente della Federazione Popolare DC, ha reso omaggio al coraggio di Cesa che con la sua relazione ha segnato, finalmente, il superamento della diaspora. Si è tornati finalmente a discutere, ha continuato Gargani, ed è emersa nettamente la volontà di concorrere alla costruzione del centro, alternativo sia alla destra che alla sinistra, in grado di raccogliere, come si è avviato già con la Federazione Popolare, tutte le diverse frazioni della nostra area politica. Sì, dunque, all’apertura di “ un tempio” nel quale rendere partecipi gli italiani di una nuova speranza. Sì alla formazione del comitato dei garanti con tutti i partiti che condividono i nostri valori. Partiamo sin da domani, ha concluso Gargani, per costruire un partito democratico, collegiale, europeista, inserito e pieno titolo nel PPE, attraverso un congresso che sarà il congresso di tutti i DC e Popolari italiani; un partito in grado di offrire all’Italia un’identità che attualmente non c’è.

Sono intervenuto anch’io, sollecitato da un dibattito intenso e partecipato e con la netta sensazione di sentirmi a casa tra amici. Ho ripresentato il valore del superamento della diaspora suicida, della scelta della legge elettorale proporzionale con preferenze e della riconferma europeista e ho detto anch’io si al comitato di garanzia congressuale indicato da Cesa. Ho anche proposto la necessità di una Camaldoli 2021, che dovrebbe procedere il congresso di fondazione del soggetto politico nuovo, al fine di approfondire il nostro confronto e per offrire all’Italia il programma dei DC e Popolari per il superamento della gravissima situazione post pandemica. Un programma in grado di intercettare i bisogni reali dei ceti medi produttivi e delle classi popolari secondo gli insegnamenti della dottrina sociale cristiana.

Credo che con il Consiglio nazionale dell’UDC si sia compiuto una tappa importante nel progetto di ricomposizione politica dell’area cattolico democratica e cristiano sociale, cui ne seguiranno sicuramente altre. Obiettivo: presentarci uniti nella stessa lista e con lo stesso simbolo alle elezioni amministrative di primavera, quale positiva premessa della nostra unità alle prossime elezioni politiche nazionali.