Secondo il Rapporto “Stepping Up: Refugee Education in Crisis – Rafforzare l’istruzione dei rifugiati in tempi di crisi – dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, solo il 63% dei bambini profughi frequenta la scuola elementare, rispetto al 91% su scala globale, mentre gli adolescenti esuli iscritti alla scuola secondaria sono il 24%, a fronte dell’84% nell’intero pianeta. Un grido d’allarme quello dell’Agenzia, poichè senza scolarizzazione il futuro dei rifugiati è ancor più compromesso.

A fine 2018, sono stati stimati oltre 25,9 milioni di profughi nel mondo, di cui 20,4 milioni sotto il mandato dell’Unhcr. Circa la metà di essi ha meno di 18 anni e diversi milioni di loro vivono in situazioni di crisi prolungate, con poche speranze di tornare a casa nel breve periodo. Il notevole calo della frequenza scolastica da parte dei rifugiati nel passaggio tra la scuola primaria e secondaria è il risultato della mancanza di finanziamenti da destinare alla loro istruzione. Per questo l’Unhcr esorta i governi, il settore privato, le organizzazioni educative a fornire sostegno finanziario ad una nuova iniziativa tesa a promuovere l’istruzione secondaria per i rifugiati.

Il Report sottolinea la necessità che gli esuli vengano inclusi nei sistemi educativi nazionali, anziché essere trasferiti in scuole alternative non ufficiali, e che essi possano seguire programmi di studio riconosciuti durante tutto il ciclo dell’istruzione prescolare, primaria e secondaria. Questo per poter consentire loro di ottenere un titolo idoneo per l’accesso all’università o ai corsi di formazione professionale superiore.