Unire i Popolari? Missione possibile.

Sabato 25 febbraio è stato un giorno molto importante per la area politica e culturale dei cattolici democratici: l’evento organizzato al Parco dei Principi è stato seguito online da migliaia di persone, evidentemente interessate alla ripresa del popolarismo. Usiamo il digitale per accorciare le distanze.

Armando Dicone

Sembrava una “Mission Impossible”, ma invece è possibile. Unire i Popolari di Centro non è più solo un’idea romantica, ma è finalmente realtà politica. Dopo trent’anni, si sono messe da parte le vecchie appartenenze e le convinzioni personali di chi aveva militato a destra e chi a sinistra.

Non pensavo potesse accadere, per fortuna mi sbagliavo, l’orgoglio Popolare è stato più forte delle vecchie logiche della seconda repubblica. Sabato 25 febbraio è stato un giorno molto importante per la nostra area culturale.  Nella stessa giornata si è tenuto il congresso nazionale di “Insieme” e la prima assemblea nazionale dei comitati regionali dei “Popolari in Rete”. Ai due eventi romani hanno partecipato più di 5.000 iscritti e simpatizzanti anche da remoto, non è un dato da sottovalutare.

Altro aspetto importante è stato l’appello a “costruire insieme il nuovo progetto di centro” che Elena Bonetti ha rivolto a tutti noi. La “domanda” di un nuovo impegno politico dei Popolari è ormai un dato incontestabile. Questa stessa “domanda” deve diventare partecipazione attiva, ogni volenteroso deve avere la possibilità di far sentire la propria voce, esprimere la propria idea sulla linea politica, condividere proposte, mettere in rete il proprio talento. Un passaggio necessario per far crescere questa nuova rete, che senza network sarebbe solo una nuova sigla.

Penso sia utile promuovere bene i blog, i giornali online e i social network.  Ad esempio, “Il Domani d’Italia” potrebbe essere uno spazio di condivisione di idee e proposte. Per comprendere quanto sia necessario questo sforzo di comunicazione politica, basta accendere la TV il martedì sera.È arrivato il momento di esserci, è il momento della corresponsabilità, è il momento di dare voce a chi è rimasto “senza casa” per troppo tempo, a causa della continua divisione destra-sinistra. Usiamo il digitale per accorciare le distanze e per far sentire tutti protagonisti della nuova (ri)costruzione.