Urne eloquenti. L’opinione della Presidente dei Partigiani Cristiani.

 

Due anni di emergenza sanitaria hanno inciso sulla vita individuale e collettiva. Siamo di fronte a una trasformazione epocale. Pertanto le relazioni sociali, il pensiero politico, la organizzazione economica hanno il compito di indagare i cambiamenti più radicali per governarli verso innovazioni di sistema e di comportamenti.

 

Mariapia Garavaglia

 

Gli elettori si sono espressi. Troppo pochi. Dei 12 milioni del primo turno sono diventati 6 milioni. L’astensionismo è aumentato e non è colpa loro. Ci sono stati vincitori e vinti, molto chiaramente, certificati da numeri preoccupanti. Incomincia adesso la fatica dei partiti e, soprattutto, degli eletti. Ricordo, lateralmente, che su 109 sindaci eletti solo 19 sono donne. Il dato non riguarda una patetica rivendicazione di femminismo paritario, ma la sostanza democratica. Costituiscono metà della popolazione e quindi metà dell’elettorato. Qualcuno, con grande superficialità, ha chiosato che alle donne non interessa la politica. Invertirei l’affermazione: ai partiti non interessa che le donne facciano politica. Eppure nella storia recente, anche a causa delle quote introdotte per legge, le donne elette o nominate in enti, hanno dato eccellenti prove e non solo paragonabili a quelle degli uomini!

 

Gran parte dei Paesi europei è governata da donne. Esce di scena, si fa per dire, Merkel ma ci sono donne capi di stato e primi ministri in quasi tutti i Paesi del nord. All’Italia tocca affrontare questa sfida. Anche sull’astensionismo, si sono sprecati commenti superficiali, del tenore che anche in altre democrazie si verifica lo stesso fenomeno. Si tratta, però, di sistemi elettorali che hanno percorso strade diverse dalle nostre e che hanno consolidato diverse abitudini. Il nostro astensionismo va indagato: dove si annida di più e quali sono stati gli elementi compulsivi? Ci sono state forze politiche che hanno suscitato, negli anni, una grande avversione verso la politica ed ora perdono il loro consenso proprio perché stanno comportandosi in modo contrario alla propaganda delle piazze “grilline”.

 

Al centrodestra, come afferma Salvini, è mancata una coesione che consentisse di preparare candidature solide e condivise, per tempo. Il centrosinistra non ha sofferto di questo dato, perché i candidati erano riconosciuti come persone con esperienza e competenza, adatte al clima che attraversa il Paese. Il successo è stato preparato anche dalla tranquilla navigazione del presidente Draghi che, pur tra qualche maroso, tiene la rotta ottenendo risultati. Perciò non si azzardino i partiti a credere che si possano affrontare elezioni anticipate, spostando Draghi al Quirinale. I numeri delle amministrative non hanno in Parlamento un corrispettivo e, per quanto siano labili i sondaggi, le percentuali che si riscontrano non sono da trascurare del tutto. Stiamo attivando i primi passi del PNRR, che riguarda anche le amministrazioni locali. Sarebbe una stoltezza politica interrompere la legislatura prima del 2023, perché potrebbero interrompersi i progressi nella attuazione di cui dobbiamo rispondere all’Europa. E rispondere ai cittadini, che vogliono fatti e non liti. Amaro il commento del Presidente Mattarella in merito ai disordini di Trieste “La violenza sorprende e addolora, ostacola la ripresa del Paese”.

 

Tra le giustificazioni addotte per il mancato consenso al centrodestra si sono ricordate le gravi polemiche e il fango gettato negli ultimi giorni di campagna elettorale. Mi vien da pensare che chi di spada ferisce…Evidentemente si dimenticano gli attacchi ai rappresentanti della maggioranza (vedi Renzi, per esempio), pure carichi di violenza. Purtroppo da tempo si è insinuato nel confronto non la contrapposizione di idee ma la propagazione di paure e di odio. Quanto diversi sono stati i sabati 9 e 16 ottobre: il primo con l’assalto violento e squadrista alla CGIL e il tentativo di attaccare altre istituzioni e il secondo pacifico, pur a ridosso di un turno elettorale.

 

I quasi due anni di emergenza sanitaria hanno cambiato il mondo e anche in Italia sono cambiate molte cose. Oramai siamo in un cambio di epoca, come afferma Papa Francesco. Le relazioni sociali, il pensiero politico, la organizzazione economica hanno il compito di indagare i cambiamenti più radicali per governarli verso innovazioni di sistema e di comportamenti che consentano uno sviluppo accelerato, ma armonico del Paese. I voti mancanti sono facilmente da attribuire a quei ceti sui quali si è infranta la tempesta e non sono stati abbastanza protetti. Il rapporto Caritas sulla povertà è da leggere e rileggere perchè sono molti e importanti i fenomeni sottintesi e i numeri sono, comunque, spaventevoli. 12 milioni di persone soffrono di povertà e di povertà assoluta per cui quando si affrontano i temi di quota 100 e reddito di cittadinanza lo sguardo deve considerare le molte risorse finanziarie che si mettono in campo per finalizzarle agli scopi più opportuni e meno di bandiera.

 

Ci si può intestare anche il successo di fare scelte secondo questa rotta. Si potrebbe dedurre che le elezioni amministrative abbiano fortemente indicato un ritorno del bipolarismo e che quindi le forze politiche vogliano accantonare la riforma in senso proporzionale. Tuttavia il tipo di consenso espresso per le elezioni dei sindaci è piuttosto labile, perché scegliere le persone conosciute è ben diverso che esprimere un voto per liste precompilate, di cui non si conosce quasi nemmeno il capolista. Anche questa riflessione riguarda l’astensionismo, perché quello per le elezioni politiche non è paragonabile a quello recente (70/80% contro il 39%).

 

Si annunciano scadenze istituzionali e date di grandi eventi. L’anno prossimo, dopo la scelta del Capo dello Stato, torneranno gli impegni per le elezioni amministrative. Inoltre Roma sarà interessata a conquistare Expo, ma tutto il Paese, con ricadute sugli enti locali dovrà affrontare le scadenze al 2023 dei progetti PNRR e prepararsi al 2033, Giubileo per la nascita di Cristo. Inframezzati molti eventi di rilievo economico, rinviati a causa di Covid, in diverse città. L’invito è a provvedere per tempo perché la programmazione non è propriamente una virtù delle classi politiche italiane. La coesione per il successo delle nostre città potrebbe recuperare la reputazione delle forze politiche che guardino, tutte, “prima l’Italia” nel contesto europeo.