Articolo pubblicato sulla rivista della Treccani “Atlante” a firma di Martino Mazzonis

Nel 2015 la polizia degli Stati Uniti ha ucciso 1146 persone, 307 tra queste erano afroamericani. Nel 2016 i morti furono 1093 e tra questi i neri 266. I dati sul 2017 sono più completi e ci raccontano di 1477 uccisi, 149 tra questi erano disarmati e i neri erano 51. Le differenze tra Stati e dipartimenti di polizia sono abissali e non hanno nulla a che vedere con il tasso di criminalità così come il tasso di incriminazione dei poliziotti che uccidono non ha nulla a che vedere con la gravità degli atti compiuti (1%). La popolazione afroamericana degli Stati Uniti è pari a circa il 12% del totale e questi pochi dati messi in fila spiegano bene perché intere città d’America siano in fiamme dopo che il video in cui George Floyd viene soffocato a morte per nessun motivo è finito in rete.

Minneapolis, Los Angeles, Oakland, Denver, Cleveland, Washington, Chicago, Portland sono tra le città dove più forte è la protesta e in cui sono in vigore forme di coprifuoco. Ma ci sono differenze e questioni su cui porre l’attenzione. Partiamo dalla reazione delle forze dell’ordine che è molto differenziata e contribuisce non poco a far crescere la tensione o a calmare gli animi. Sui social network i video che mostrano azioni sopra le righe non si contano: SUV contro la folla a New York, pallottole di gomma contro le finestre aperte da parte della guardia nazionale in un quartiere tranquillo di Minneapolis, gesti razzisti da parte di agenti in divisa o in borghese, diversi fotoreporter, giornalisti, cameraman feriti, picchiati o arrestati.

Sui social network troviamo però anche la capo della polizia di Atlanta che parla con i manifestanti o lo sceriffo di Flint, la città natale di Michael Moore, che decide di marciare assieme ai manifestanti. Questa scelta dovrebbe venire particolarmente apprezzata perché tra le rivendicazioni che si sentono urlare in strada c’è proprio la richiesta di veder riconosciuta l’esistenza di un razzismo istituzionale. Poi ci sono migliaia di persone, la maggioranza, che ovunque manifestano pacificamente, impediscono i saccheggi, cacciano gruppi di manifestanti organizzati arrivati per scontrarsi con la polizia.

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